SASI-ACEA ENERGIA – Il Presidente Gianfranco Basterebbe fa chiarezza sulla situazione in merito a una vertenza che va avanti da decenni

L’obiettivo è quello di individuare e percorrere la strada più giusta per mettere finalmente la parola fine a una vertenza antica che ha attraversato la Sasi per decenni.

Qualche giorno fa il Presidente Gianfranco Basterebbe ha avuto un incontro importante a Roma proprio in merito alla delicata e complessa questione Sasi-Acea Energia. Un vertice che si è svolto in un clima di sereno confronto, ha detto il Presidente, fiducioso in una soluzione positiva per la Sasi. Si tratta di un contenzioso che va avanti da molti anni, addirittura da quando c’era la Cassa del Mezzogiorno, poi la vertenza è stata riaperta con il Consorzio Acquedottistico fino ad arrivare all’ultimo atto, in ordine di tempo, ovvero alla decisione del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche di Roma che con sentenza parziale dell’11 giugno del 2013 ha accolto l’appello della Sasi e ha stabilito il versamento all’Acea  di 6 milioni di euro più le spese legali, con una riduzione di 3 rispetto ai 9 milioni pretesi (la quantificazione della cifra è stata fatta da poco). Il Presidente Basterebbe ha voluto fare chiarezza sulla vicenda per evitare equivoci e fraintendimenti e ha tenuto una conferenza stampa proprio per spiegare i vari aspetti di un iter tutt’altro che concluso.

All’incontro con i giornalisti hanno partecipato anche Paola Tosti e Patrizia De Sanctis componenti del Cda. Basterebbe ha ripercorso le tappe più significative di questa complicata vicenda che però, non esclude, potrebbe avere un esito positivo per l’azienda. La cautela è d’obbligo, ma l’incontro avuto a Roma lascia ben sperare. “La prima richiesta da parte dell’Acea per illegittimo prelievo di acqua dalla Maiella ammontava a 15 milioni di euro, 13 milioni il primo risarcimento dovuto, fino ad arrivare agli attuali 6.

“La nostra intenzione – ha puntualizzato il Presidente – è quella di ricorrere in Cassazione, lo abbiamo già comunicato ai vertici e agli avvocati dell’Acea. Confidiamo in una sentenza che la Cassazione a sezioni riunite ha emesso rispetto a un caso analogo (Acquedotto del Ruzzo-Enel), accogliendo il principio della prevalenza dell’uso umano delle acque, come stabilito nella legge Galli del ’94 che dice, appunto, che in merito alle risorse acquifere potabili si deve privilegiare l’uso umano. I nostri avvocati stanno quindi lavorando per depositare tutti gli atti necessari. Siamo fiduciosi e determinati a mettere in campo tutte le azioni per evitare l’esborso di una cifra che inciderebbe sulle nostre attività e potrebbe incidere anche sulle tasche degli utenti”.

L’impegno, dunque, è quello di chiudere questa annosa vertenza senza danni per la Sasi e si sta lavorando in questa direzione. Intanto le attività vanno avanti ed è a buon punto anche il completamento dell’impianto di Santa Croce, dopo l’attivazione degli altri depuratori (Furci, Tollo, Castel Frentano…).

“Stiamo testando il depuratore di Santa Croce che riveste una grande importanza non solo per quanto riguarda Lanciano, ma soprattutto in merito al fiume Feltrino che spesso ha causato problemi di inquinamento. Con l’attivazione di questo impianto, ad avvantaggiarsi saranno la balneazione e le colture agricole. Il primo dato incoraggiante arriva dai rilievi effettuati dall’Arta – ha aggiunto Basterebbe – che danno il tratto di mare, da Ortona a San Salvo, in alcuni punti eccellente e in molti altri buono, non ci sono punti scarsi. E questo è davvero un risultato di notevole rilevanza che ci auguriamo possa condizionare favorevolmente turisti e villeggianti. La nostra regione dopo gli ultimi accadimenti ha bisogno di ritrovare fiducia e risorse, speriamo di ricominciare dal mare pulito”.